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Momenti di non trascurabile bellezza Puntata n.4: Gli insegnanti veri non vanno in pensione mai



Questa puntata ha un sapore speciale per me. Lo ammetto subito.

La scuola è ormai terminata, dopo una seconda parte dell’anno in cui a predominare è stata la tanto chiacchierata didattica a distanza.

La storia che sto per raccontarvi invece ha conosciuto e vissuto un altro tipo di didattica, in presenza. In passione e dedizione. L’unica possibile, reale.

Tre anni fa sono arrivata all’Istituto Teodoro Gaza di San Giovanni a Piro. Avevo i brividi sulla pelle. Non era una scuola qualunque, un Istituto come un altro. Era la mia scuola media.

E lì, insieme ad altri che erano stati i miei preziosi docenti, c’era lei, la mia insegnante di lettere: la Professoressa Giuseppina Paradiso.

Per tre anni mi aveva guidato nel percorso di alunna e il “caso” ha voluto che per altri tre anni mi accompagnasse nella mia avventura di insegnante, come tutor nell’anno di prova e come collega, punto di riferimento. Coincidenza? Non lo so, ma certe storie sono scritte così dal destino.

Ed è davvero difficile, oggi, salutarla nel momento del suo meritato pensionamento.

Giuseppina Paradiso ha svolto il ruolo di insegnante a San Giovanni a Piro per 25 anni, iniziando nell’anno scolastico 1995-96 con l’allora preside Giuseppe Lupo. I suoi primi alunni sangiovannesi però sono stati quelli dell’anno ’67 perché fu in quella classe che fece una supplenza e la prima esperienza nel suo Comune. Negli anni ha svolto il ruolo di referente dell’inclusione, funzione strumentale al Pof, referente della legalità e Responsabile di plesso. Molti i presidi/dirigenti che si sono susseguiti durante i suoi anni di servizio: Giuseppe Lupo, Antonio Enrico, Antonio Bruno, Carlo Galdo, Teresa Napolitano, Maria De Biase, Corrado Limongi fino alla dirigenza attuale della professoressa Maria Teresa Tancredi.

Tante le generazioni che ha seguito a partire dalla classe dei nati nell’84 fino ai ragazzi del 2008: ben 9 cicli diversi.

La scuola in cui ha investito tutta la sua professionalità e passione nulla ha a che fare con una didattica “a distanza”. È una scuola che va al di là delle carte, dei meccanismi burocratici, dei mille documenti che si aggiungono di volta in volta. Non è la scuola della cultura della prestazione ma quella che sa valorizzare le soggettività. Nulla a che fare con i termini aziendalistici che man mano sono stati inseriti come debiti e crediti, produzione e non più tema, e così via.

E non è la scuola della routine…eppure quante volte ha rispiegato l’Iliade e l’Odissea, la Divina Commedia, I Promessi Sposi, illuminando ogni volta quei classici.

Non è la scuola delle slides, né delle macchine.

Al contrario, è la scuola degli esseri umani, della relazione, fatta di un corredo empatico che un insegnante vero non può non avere. È maneggiare la letteratura, la storia o la geografia tanto da sedurre dei sonnecchianti alunni, un po’ spaesati tra quei banchi. Forse non tutti attratti allo stesso modo, ma basta una luce che si accende ogni tanto e già ne vale la pena, la fatica. Senza dubbio.

Non è la scuola delle apparenze, dei paroloni al microfono. È la scuola che ci mette l’anima, quella che lavora silenziosamente e quotidianamente al fianco dei ragazzi in crescita. 

È la scuola che sa educarti ai sentimenti e ti apre l’apparato emotivo prima della mente.

Del sapere che si accende perché ti incuriosisce, che ti fa incontrare altre culture, lingue, modi di pensare.

La professoressa Paradiso ci ha condotti da Omero, Dante, Boccaccio, Manzoni, Ungaretti, Pirandello, ci ha fatto ascoltare le canzoni di De André, fatto vivere nella storia ai tempi del Sacro Romano impero, durante le crociate, la formazione di Comuni e Signorie, nei cambiamenti portati dalle nuove invenzioni o rivoluzioni, alla corte di Luigi XVI, con Robespierre alla ghigliottina, all’avvento di Napoleone, Garibaldi e nelle guerre mondiali, nella loro logica amara e insensata.

È la scuola della riflessione, dell’errore valutato come opportunità di crescita e della costruzione della propria personalità. È un libro che diventa qualcosa di diverso da pagine messe insieme e da mere parole che si susseguono una dietro l’altra. È il libro che si solleva e diventa corpo. E dialoga con te.

È la scuola dell’aula della legalità, dei “Cento passi” che dobbiamo sempre ricordare di contare, delle “pietre d’inciampo” che abbiamo riprodotto sulle mattonelle nel nostro Istituto.

Già me lo ha detto: “mi raccomando, c’è lo striscione da finire per la marcia della legalità. È importante!”.

E di metafore… quante ce ne ha lette nelle poesie.  Da restarne incantati per quello che nascondevano nel profondo.

E allora, se dovessi usare la metafora dell’insegnante come capitano della nave, dovremmo ringraziare la professoressa Paradiso per i mari in cui ci ha fatto navigare, per averci fatto guardare le onde e la loro bellezza, la preziosità dei pesci e del vento, per averci fatto sentire il silenzio, percepirne la forza e fatto capire anche il valore di una burrasca che sta nel coraggio di affrontarla.

Se dovessi usare la metafora della guida alpina, dovremmo dirle un grazie profondo per essersi sempre voltata a vedere chi era rimasto indietro e aver pazientato, per averci incoraggiato a raggiungere la vetta, qualunque essa fosse. Leggendoci Martin Luther King, ripeteva ad ognuno di noi quelle parole perché le facessimo nostre “Se non puoi essere un pino sul monte, sii una saggina nella valle, ma sii la migliore piccola saggina sulla sponda del ruscello. Se non puoi essere una via maestra, sii un sentiero. Sii sempre il meglio di ciò che sei.”

Se dovessi usare la metafora del direttore d’orchestra, dovremmo ringraziarla per aver capito lo strumento più adatto a ciascuno, per averci fatto suonare insieme e per averci accompagnato nella scoperta delle nostre personali melodie, anche quelle che sembravano meno intonate.

Ma forse le metafore ora non riescono a spiegare alla perfezione e neanche tutti i grazie che potremmo cucire insieme basterebbero per rendere quello che un’insegnante come lei è stata.

Eppure non riesco a concludere diversamente: Grazie Professoressa Paradiso, per ogni insegnamento.

È un seme che non smetterà mai di dare i suoi frutti.

Mai.

Enza De Martino

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