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La scoperta delle Tombe Lucane di c.da Vecchia e c.da Moio e la nascita del Museo dei Gladiatori Lucani

Articolo del 05/12/2016  0 commenti divider image
La scoperta delle Tombe Lucane di c.da Vecchia e c.da Moio e la nascita del Museo dei Gladiatori Lucani

I Lucani dopo aver conquistato la greca Poseidonia nel V secolo a.C., a partire dal 360-50 a.C. iniziarono un'occupazione stabile del territorio extra urbano, costruendo numerose fattorie rurali che, oltre alla tradizionale cerealicoltura, svilupparono le colture arboree della vite e dell'ulivo. In esse viveva l'intero nucleo familiare e ad ogni fattoria era associata una piccola necropoli. Alcune di queste fattorie rurali erano localizzate ad Agropoli. Con l'arrivo dei Romani (278-273 a.C.), parte della popolazione lucana extra urbana fuggì, lasciando le fattorie all'abbandono del tempo e all'oblio della memoria. Nell'aprile del 1967, in c.da Moio furono ritrovate, casualmente, in un terreno pianeggiante di proprietà Serra, dieci tombe lucane contenenti un ricco corredo funebre ceramico realizzato dall'officina pestana di Assteas-Python. Qualche giorno dopo, in località c.da Vecchia, in modo fortuito, fu scoperta un'importante tomba lucana bisoma a camera dipinta e relativo corredo funebre. Gli scavi dei due siti furono effettuati da un gruppo di operai di Paestum, sotto la direzione del Soprintendente Mario Napoli e dell'assistente Andrea Guida, il quale disegnò e fotografò gli interventi.

In questi mesi è nato su Facebook un gruppo con oltre 1300 persone che condividono il progetto per la creazione del Parco Archeologico-Ambientale “Acropolis” con relativo “Museo Civico dei Gladiatori Lucani”.

Ernesto Apicella, ideatore e promotore del progetto, spiega che la realizzazione del Parco Archeologico-Ambientale “Acropolis” creerebbe una serie di benefici, legati ai flussi turistici che confluirebbero nel territorio, utili per sostenere la rinascita culturale-sociale e per produrre nuove opportunità economiche. "Infatti al centro del progetto, - continua Apicella - avremmo la realizzazione nel Castello (VI sec. d.C.) di un Museo Civico dei Gladiatori Lucani, da realizzarsi in sinergia con il Parco Archeologico di Paestum. Un Museo polifunzionale aperto alle varie forme di arte con eventi, mostre ed esposizioni. Le sale espositive ospiterebbero una mostra permanente dei numerosi reperti archeologici ritrovati nel territorio agropolese. In primo piano, quale momento di attrazione Archeologica-Turistica, l'esposizione delle Tombe Lucane di Agropoli e Paestum, con le scene dipinte raffiguranti le lotte dei gladiatori, il ritorno del guerriero, ecc., nonché i ricchi corredi funebri".

“Nelle tombe (IV sec. a.C.) rinvenute ad Agropoli, in C.da Vecchia, e a Paestum, nelle necropoli di Andriuolo, Arcioni, Gaudo, Laghetto, ci sono dei dipinti di combattimenti di Gladiatori che nascono dalla tradizione Lucana. - racconta l'editore cilentano - I Gladiatori Lucani duellavano nei giochi funebri detti munera (dovere, dono), in omaggio al defunto e per pacificarne l'anima. I romani, conquistando Paistom, assorbirono le tradizioni lucane, tra le quali i giochi funebri dei gladiatori, che importarono a Roma. Giochi che divennero, con Ottaviano Augusto, le famose e cruenti lotte di gladiatori osannate nelle arene pubbliche. Secondo l'opinione corrente l'origine diretta dei giochi gladiatori va cercata in Campania, in particolare a Paestum. Infatti la Prof.ssa Luciana Jacobelli, docente di Metodologia della Ricerca Archeologica all'Università del Molise, Docente di Civiltà Romana all'Università di Milano-Bicocca e autrice del libro “Gladiatori a Pompei”, afferma che la traccia più antica di giochi gladiatori è stata trovata in alcune tombe di Paestum (Salerno) del IV sec. a.C. e probabilmente allora gli spargimenti di sangue avevano un significato simbolico legato al culto dei morti. Da queste importanti e documentate testimonianze possiamo senz'altro ipotizzare che qui, dove noi viviamo e che un tempo fu terra dei Lucani, sono nati i primi gladiatori”. 

Comunicato stampa

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