
Chi non terrorizza si ammala di terrore
— 22/03/2016
Non c’è nulla da aggiungere agli sconvolgenti fatti di cronaca odierni. Resteranno impressi nei libri di storia. Bisogna però che ci sia una storia futura diversa da immaginare. Non è nostra abitudine affrontare temi di attualità che oltrepassano i confini comunali. Questo vuole essere solo un pensiero che, come mezzo di informazione locale in mondo globalizzato, vogliamo far giungere alle vittime di Bruxelles e a quanti vivono momenti di paura. Era trascorso poco tempo dagli episodi di Parigi, i media avevano placato forme di comunicazione allarmistiche, ma quanti di noi si sono trovati in viaggio e non hanno pensato per un solo momento a quelle immagini di sangue? Noi non vogliamo ammalarci, come cantava Faber, di terrore. E in una società tecnologizzata, nella quale tutto scorre veloce, rivendichiamo il diritto alla lentezza per vedere chiaramente un avvenire senza vittime della follia umana.
Il Direttore
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