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E alla fine era una mega bufala!

Articolo del 29/12/2016  0 commenti divider image
E alla fine era una mega bufala!

E alla fine era una mega bufala! Ripercorriamo i fatti per coloro (pochi immaginiamo) i quali non hanno appreso la notizia, oltre che per quel dovere di cronaca che orienta questo portale. È il 9 novembre scorso quando un noto giornale online operante sul territorio cilentano lancia la super (bomba) notizia: “Foto minorenne nuda su whatsapp, appello del padre: Cancellatela”. Secondo la ricostruzione del reporter una giovane di Sapri, ancora minorenne, aveva mandato una foto senza veli al fidanzato che a sua volta l’avrebbe diffusa tramite WhatsApp. Nel giro di poco tempo quel selfie, sempre stando alla presunta fonte, sarebbe finito su tutti i cellulari compreso un amico del padre della ragazza che trovatosi di fronte allo scandalo con un filo di imbarazzo avrebbe allertato il genitore. A questo punto sarebbe partito l’accorato appello (con tanto di virgolettato) per far cancellare il selfie hot: "Mi rivolgo a chi ha sul proprio cellulare la foto di mia figlia, mi conoscete tutti e sapete io che persona sono. Vi prego, cancellate questa immagine e non inviatela a nessuno". La (non) notizia viene ritwittata a gogo da molti portali online, anche di rilevanza nazionale e finisce su qualche noto quotidiano cartaceo, addirittura in prima pagina. Da ieri la scoperta: TUTTO FALSO! Ad accertare la falsità della novella sono stati i Carabinieri della Compagnia di Sapri, guidati dal Capitano Michele Zitiello. Le forze dell’ordine hanno deciso di indagare sull’accaduto stante una situazione fuori controllo, tanto da arrivare alla falsa identificazione della fantomatica ragazza. A far insospettire i carabinieri la mancata segnalazione alle autorità da parte del “presunto padre”. Tutto privo di qualsiasi fondamento, uno sciacallaggio mediatico che si sarebbe basato sul sentito dire popolare. È il dato positivo è proprio questo: non esistono foto di minore inviate tramite cellulari, nessun atto di cyberbullismo e nessun genitore disperato. Ci sia concesso qualche rigo però sulla (pessima) qualità di certa informazione, fenomeno che si è acuito con l’aumento dei webnauti, dell’uso indiscriminato dei social e di quell’universo della rete ancora senza regole. E sì che la stampa e ancora prima la libertà di espressione non devono essere sottoposte a censure, ma la giungla del web rischia di calpestare valori e principi che rappresentano le fondamenta stesse della società. Senza volersi elevare a paladini dell’informazione buona, va detto che questo portale la (non) notizia neanche l’aveva considerata, per una semplice ragione che sta alla base del giornalismo: non vi era certezza alcuna sulla veridicità della fonte! Eppure, come scrivevamo pochi giorni fa, i compiti di chi si occupa di informazione non sono poi così tanti: “dire la verità, verificare le fonti, scrivere in maniera chiara e comprensibile”. Quando si viene meno ad essi bisogna riporre la penna ed interrogarsi. Sia ben chiaro, nessuno è immune da errori ma lasciarsi trascinare dal “gioco” dei clic riduce e svilisce quello che un tempo era definito “il quarto potere”. Meglio sarebbe lasciarsi avvolgere dalla spirale del silenzio.

Alberico Sorrentino, Direttore Pyros

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