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Il pensiero Felice di uno straordinario 107enne



 “Mamma, che fame… buono il formaggio fresco!”.

“C’è anche l’uovo sotto la cenere, Felì!”. E il bambino correva, lasciando sola a girare la trottola di legno, per dare un bacio a mamma Antonietta.

Ho imparato tra quei sapori e quel mondo semplice tanto così, tra un giro di trottola e l’altro, cosa significasse il mio nome… essere Felice.

Sono stato un bracciante agricolo e la sera a casa portavo il latte, gli ortaggi, i ceci, la frutta. “La terra è a cosa chiù bella ma rende sulu se a cultivi e a rispietti, Tanè”. Lo dicevo sempre alla mia signora che ho sposato nel ’46. Neanche l’acqua in casa avevamo ma ci siamo sempre stimati e aiutati a vicenda.

Ho imparato tra l’amore dato e ricevuto e l’orgoglio del mio lavoro da contadino, tra il pane caldo e l’onestà, che c’è un tempo per ogni cosa, e ci dev’essere sempre un tempo per la pace, e per l’incanto.

“A cosa chiù brutta invece è a guerra!”: lo abbiamo pensato ogni minuto io e gli altri prigionieri.

È accaduto il 10 settembre 1943 in Serbia. Quella gente ci faceva solo lavorare ma non abbiamo tradito mai la nostra patria…per questo ci maltrattavano.

Ho imparato tra l’indifferenza che ti passa al fianco e uno sguardo di smarrimento condiviso cosa significasse sperare quando non ti resta nessun’altra strada e tra una paura piccola e quella più grande a maturare il segreto di saper aspettare.

“Così quella volta le parole uscivano solo a pezzetti come eravamo noi, ma alla fine gli urlai Grazie…a quel partigiano e poi piangemmo tutti!”. Eravamo liberi. Liberi davvero, come uomini che hanno partecipato alla vita e alla storia. Per questo ci tengo ad andare a votare, perché il sacrificio ti rende consapevole.

Ho imparato che tra la legna che arde ci sono tutti i ricordi che portiamo con noi. Io in quel calore rosso ci conservo pure le filastrocche e mi piace cantilenarle ancora. Sembra nulla, invece è tutto la memoria.

Oggi compio 107 anni e qui è una gran festa, alcuni mi chiedono il “segreto” e io racconto di questa vita.  Sono contento. Anzi sono Felice! Forse è questo il segreto!

Alla fine dei conti non c’è nessun trucco. Si può chiamare saggezza...è vita vissuta e raccontata con gli occhi di chi, anche spalle al muro, ha saputo riconoscere la meraviglia che viviamo e non è stanco, a 107 anni, di ripetercelo.

Non c’è nessun trucco, ma la magia sì!

Grazie Zio Felice, semplicemente grazie.

Enza De Martino

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