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Inaugurata a Maratea la mostra ''Un artista dentro la vita'', dedicata al Maestro Ortega



L’associazione culturale arti visive DNA Marateacontemporanea, in occasione del Capodanno Rai a Maratea, organizza, presso la galleria dell'Associazione in via dell’Unità d’Italia, la mostra d’arte “José Ortega: viaggio a Maratea, Un artista dentro la vita” a cura di Nicola Cobucci, Raffaele Iannone, Mimmo Longobardi e Pasquale Persico, che sarà visitabile fino a lunedì 8 gennaio 2018.

La mostra vuole essere un omaggio al grande artista spagnolo ripercorrendo le tracce del suo operare tra Bosco e Matera, luoghi di vita scelti da esule del regime franchista, lasciandoci, con la sua potenza espressiva, opere e pensieri sui quali oggi si innestano progettualità culturali orientate ad ambiziosi traguardi internazionali.

Per l’occasione si presenteranno il volume “ Josè Ortega nel ricordo di Nicola Cobucci” e un’opera video dedicata ad Ortega realizzata da Pasquale Napolitano

All’ombra del Monte Bulgheria si incrociano i segni, gli umori e le energie che hanno catturato l’artista armato d’arte, già potente nel linguaggio e segnato dalla durezza della lotta di libertà intrapresa in patria

Ripetere il viaggio nel tempo e nello spazio attraversati dal poeta, artista, comunista militante, ed esule del Franchismo , in occasione del Capodanno a Maratea organizzato dalla RAI, significa scegliere di fare un’esperienza complementare allo svago, di apprendimento e di emozioni.

Matera-Maratea- Bosco (S. Giovanni a Piro) sono i luoghi che raccontano di un periodo dove la stanzialità creativa (Casa a Bosco), (Atelier e casa a Matera) ed incontri d’arte a Maratea) serviva all’artista per ritrovarsi in luoghi che parlavano, in termini di paesaggio ed umanità fragile, lo stesso linguaggio della Spagna.

E’ con Bosco e i suoi abitanti che c’è l’identificazione di un luogo fecondo al suo bisogno di alimentarsi, di assimilare frammenti di umanità a lui familiare per trasformarla nell’alfabeto universale del suo segno, delle sue forme dei suoi simboli e dei suoi limpidi colori.

L’uomo, umori ancestrali e stratificazione arcaiche di arte, vita e dolore segnano fortemente la sua esperienza che trova nei luoghi la scena del suo fare arte.

Quindi Bosco si connette a Matera città materna e delle origini, laboratorio di antiche manualità dove la forza espressiva trova ulteriore linfa nei materiali del luogo, cartapeste, gessi, crete, terre colorate che creano vita e luce a componimenti solenni restituendo voce a eventi epici o a drammi di potere o sopraffazione e parimenti a gesti semplici di quotidiana fatica umana.

Ortega segna con il suo lavoro, da costa a costa, un itinerario che percorre una dorsale culturale che ha attraversato il tempo della storia creando miti e lasciando cicatrici sulle quali oggi è possibile innestare visioni di futuro.

In questi luoghi egli poteva confermare la sua volontà di rimanere artista spagnolo, della Spagna oppressa che chiedeva libertà come occasione della nuova storia europea sebbene questa fosse ancora incapace di esprimere una civiltà plurale ed inclusiva.

In questi luoghi pieni di energia incontra amicizia e ospitalità, conforto e reciprocità, gli è facile riconoscere in Cobucci l’amico ed il medico che rinnovando il giuramento di Ippocrate si impegnerà prima e dopo per “sottrarre all’oblio” i segni di un lavoro d’artista, site specific, che rappresenta oggi per il territorio un valore aggiunto localizzato inestimabile e concorrente a dare voce ai quattro riconoscimenti Unesco del Territorio dell’Area Vasta estesa dalla Campania alla Basilicata.

Rifare il viaggio significa, allora, proteggersi dalla negligenza unilaterale della percezione del tempo e dello spazio facendosi aiutare da altri occhi per illuminare visioni non percepite e non interiorizzate.

ortega+-ortega from Laboratori del Quarto Paesaggio on Vimeo.

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