
Giuseppe Tripari taglia il traguardo delle 200 maratone!
— 09/04/2018
Il campione campano Giuseppe Tripari, ambasciatore italiano alla Spartathlon per il terzo anno di fila, ha tagliato domenica un grandissimo traguardo, partecipando a Milano alla sua 200esima maratona.
"Oggi è stata una giornata davvero speciale per me! - il commento affidato ai social - vorrei ringraziare tutti coloro che mi sono stati vicini in questa mia 18º maratona di Milano, nonché 200º in assoluto. Se penso a questo traguardo, mi vengono ancora i brividi! grazie ancora a tutti per i complimenti.. al prossimo traguardo...".
Alla vigilia della gara era stato lo stesso ultramaratoneta a spiegare e raccontare le "gioie e i dolori, con tante emozioni, per 200 maratone".
"Passano gli anni, aumentano i ricordi e i numeri. - ha scritto in una lunga lettera Giuseppe Tripari, originario di San Giovanni a Piro, nel Cilento, ma che vive con la famiglia in Lombardia - Mi sembra l’altro ieri quando debuttai alla Maratona di Cesano Boscone, a pochi km da casa. Ero allo sbaraglio; non sapevo se, e con quale crono, avrei concluso e di certo non immaginavo che fosse la prima di una lunghissima serie. La terminai e anche in un ottimo tempo. Allora, ai tempi in cui il numero di maratone italiane in un anno si contavano sulle dita di una mano, quella di Cesano Boscone era forse la più prestigiosa a livello nazionale: con le sue lunghe strade di campagna, con il giro di boa e il ritorno lungo la stessa strada incrociando gli altri concorrenti scambiandoci sguardi di fatica e di reciproco supporto/comprensione. Era una maratona invernale e spesso era accompagnata da una nebbia “vera”, niente a che vedere con quelle pallide di oggi. In particolare ricordo il gran freddo e il the bollente che era un’iniezione di energia e calore...non c'erano le maltodestrine, i gel rigeneranti, le bevande isotoniche; quando andava bene vi erano fette di pane con marmellata, mele e arance. Non era una maratona “monumentale”: le strade strette erano sempre uguali, con i campi brulli a fare da cornice, gli abitanti dei paesi appoggiati alle vecchie biciclette che ci guardavano meravigliati e sorpresi. Mi sembra ieri quando decisi di iscrivermi e prendere parte alla Maratona di Milano edizione “zero” nell’anno 2000: le lunghe circonvallazioni, i viali con pavè, i cavalcavia, le strade del centro e i palazzi monumentali presero il posto dei campi e delle stradine di campagna, una folla consistente applaudiva calorosamente i corridori sostenendoli nel loro sforzo. In pochi anni il mondo della maratona aveva subito dei cambiamenti radicali, passando da specialità per pochi coraggiosi eletti a una corsa che, se ben preparata e in un buon stato di salute generale, può essere affrontata da molti. Così, in breve, si moltiplicarono le maratone portate a termine.
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